martedì, aprile 15, 2008

DIARIO STRASBURRESE - GIORNO 2 - parte 2


GIORNO 2 - parte 2.

Non ho questa gran voglia di riprendere il mio blog. E’ il 14 aprile, sera inoltrata, i dibattiti politici televisivi proliferano e s’accavallano in pleonastiche orge di analisi del voto. E’ ormai arcichiaro che la sinistra è stata (scientificamente) eliminata dalla rappresentanza parlamentare, Berlusconi e Lega hanno stravinto e nell’italico etere già s’annusa rinnovato-vecchio-nuovo-eterno servilismo. Ho solo voglia di rifugiarmi in una calcolata e giocosa idiozia, e fare di tutto per cambiare “vita e altitudine”, per dirla col Maestro Battiato. Ma ho promesso a me stesso di concludere questo ridicolo, insulso diario, dove nulla accade se non nel contorto, spiralico boschetto della mia fantasia…E allora avanti. Riprendo da dove il sonno mi aveva interrotto. Giorno 2.

Ragazzini sui 10-14 anni, volto da duri e iconografia da banlieue, che a Napoli già praticherebbero i primi furti e/o generici reati, giocano alla morra cinese. Sì, avete capito bene, quelli che all’ombra del Vesuvio apparirebbero come pericolosi, incontrollabili scugnizzi, qui fanno quello che i ragazzini della loro età dovrebbero essere portati naturalmente a fare: giocano. Tavolini da ping-pong et similia, sparsi per le piazzette del centro storico e messi a disposizione del cittadino, aiutano nella miracolosa impresa. Quelli che mettono spavento non sono gli arabi, ma i ragazzi-bianchi-capelli-corti-b-boy-disadattati che urlano non-so-cosa (pensate a Vinz ne “L’Odio” di Kassovitz, per intenderci). Ma nulla al di là delle parolacce o degli sfottò. Ripeto, siamo lontani anni luce da Partenope.

Arrivo nel cuore del centro storico e faccio visita alla cattedrale. Non nutro sentimenti religiosi di alcun tipo, ma varcare la soglia della chiesa ed essere assalito dal baccano delle scolaresche e ritrovarmi circondato da bancarelle dove si vendono a caro prezzo gingilli e idoli vari (crocifissi, madonnine, souvenir) risveglia il Gesù-Cristo-della-cacciata-dei-mercanti-dal-Tempio che giace sepolto da qualche parte in me, tra fegato e pancreas. Non resisto più di qualche secondo, esco nauseato.

Visito qualche libreria. Noto tre cose:

  1. Nelle librerie suddette non c’è musica di sottofondo. Questo aiuta la concentrazione e, per rispetto del rispetto che i francesi nutrono per i Libri, spengo con naturalezza il mio iPod.
  2. Lo stesso rispetto viene riservato dai francesi per il Fumetto. Mentre in Italia i comic-book sembrano essere appannaggio di ragazzini e/o nerd, nella sezione fumetti di una libreria francese troverete di tutto: bambini, adulti, intellettuali, trentenni, professionisti e casalinghe. Tale rispetto si concretizza nella copertina in brossura, che protegge tutti gli albi a fumetti. Ne approfitto per sfogliare “Persepolis” di Marjane Satrapi in lingua originale. Cerco di capire quello che non sono riuscito ad afferrare dalla visione del film, senza venirne a capo neanche con l'aiuto delle vignette: durante il suo periodo di sbandamento a Vienna, Marjanne è stata violentata?
  3. Anche di pomeriggio-sera, ci si saluta con un bon-jour.

Prometto a me stesso di concludere la giornata con una sana spesa al supermercato. Finisco per barricarmi nella camera d’albergo con una baguette lunga un metro e mezzo, un pacco di wurstel, qualche etto di bresaola e una cassa di lattine di coca-zero. Fanculo. Domani mi aspetta la poster session…