sabato, aprile 29, 2006

TINA ANSELMI FOR PRESIDENT!!! (clicca qui!)


Donna, partigiana, custode della Costituzione, già a capo della commissione d'inchiesta sulla P2, democristiana (quindi sufficientemente bipartisan...), Tina Anselmi è il candidato ideale per la presidenza della Repubblica. Deponete la vanga e andate al sito http://tinaanselmipresidente.splinder.com/

venerdì, aprile 21, 2006

Suicidio, fuga o suicidio-fuga?


Fu suicidio o fuga ? Non c’è via di mezzo
per spiegare la scomparsa di Ettore
Majorana, il fisico catanese in odor di Nobel
già a trentuno anni, considerato pubblicamente
da Enrico Fermi “un genio”, di cui
non si ebbero più notizie a partire da lunedì
28 marzo 1938. La sera prima, Majorana si
era imbarcato sul “postale” quotidiano Palermo-
Napoli. Dormì, Majorana, o si coricò,
in una cabina a tre posti. Ma quel lunedì
mattina nessuno lo vide più. Seguirono le
denunce dei parenti, perfino un riquadro
sul “Chi l’ha visto ?” della Domenica del
Corriere, indagini mollicce su interessamento
diretto del ministro dell’Educazione,
il senatore Giovanni Gentile, grande ammiratore
del talentuoso siciliano. Il caso Majorana,
da quel tumultuoso 1938, non è ancora
stato risolto. Oggi la sua città, Catania, dove
nacque il 5 agosto 1906, gli dedica numerose
e non rituali iniziative, prima fra tutte due
giornate sabato 25 e domenica 26 prossimi [l’articolo è di svariate settimane fa....NOTA DI EDOLARDO].
Perché il caso non è chiuso? “La scomparsa
di un genio crea il Mito”, spiega Bruno Russo,
autore della biografia “Ettore Majorana,
un giorno di marzo” edita da Flaccovio, nonché
di una pièce teatrale, “Il silenzio del mare”,
che verrà rappresentata con la regia di
Giuseppe Di Pasquale. Russo propende per
la tesi del suicidio. Ripercorre le ultime
giornate di Ettore e sottolinea l’importanza
delle missive lasciate dal giovane fisico, indirizzate
al direttore dell’istituto di Fisica
dell’ateneo napoletano, Antonio Carrelli, in
cui annuncia una “decisione inevitabile”,
nonché “l’intenzione di rinunciare all’insegnamento”.
Alla famiglia scrive: “Ho un solo
desiderio: che non vi vestiate di nero. Se
volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma
per non più di tre giorni, qualche segno di
lutto”. Parole pesanti, certo, ma che non necessariamente
equivalgono a intenzioni suicide.
Semmai a un addio e a un distacco. Del
resto, Ettore Majorana viveva in condizioni
economiche più che agiate. Non solo, ma in
gennaio aveva fatto ritirare dal fratello Luciano
la sua parte di conto in banca, e il 25
marzo aveva incassato cinque mesi di stipendio
arretrato. Tutti soldi che portò con
sé, assieme al passaporto mai ritrovato.

Fu Leonardo Sciascia, in un celebre “giallo-
verità” del 1975, a riaccendere la miccia
della fuga premeditata. Ma da cosa sarebbe
scappato, oppure perché si sarebbe inabissato
coi suoi segreti? Enrico Giannetto, docente
di Storia del Pensiero scientifico all’Università
di Bergamo e di Fisica moderna
a Pavia, svela il segreto: “Majorana già in
un articolo del 1932 superò gli ostacoli dei fisici
teorici nella unificazione coerente della
teoria della relatività speciale e della
meccanica quantistica”. Fu così che un ventiseienne
siciliano ottenne la grande unificazione
delle teorie del Novecento. Ecco
perché Fermi lo marchiò come genio e lo
volle accogliere nella squadra di via Panisperna.
Ma fu proprio nell’istituto romano
che si svilupparono i dubbi e le angosce del
giovane Ettore. A cosa infatti lavorava Fermi?
Alla fissione del nucleo di uranio. Ovverosia
ai rudimenti di quella che sarebbe
diventata la bomba atomica. E’ certo che
Majorana si distaccò da via Panisperna per
quattro anni. Però lasciando tracce significative.
Majorana sicuramente capì in largo
anticipo e volle scomparire dalla circolazione.
In quello stesso 1938 Enrico Fermi fu insignito
del premio Nobel per la Fisica grazie
alle sue scoperte sulla radioattività artificiale.
Partì per Stoccolma con la moglie,
colpita dalle leggi razziali, e nel gennaio
1939 salpò per New York. Accolto da Roosevelt,
proseguì gli esperimenti che subirono
una accelerazione con l’entrata in guerra
degli Stati Uniti, finché le sue intuizioni vennero
trasformate nella bomba atomica.

Giuseppe Mazzone

“Majorana a cento anni dalla nascita, nei
giorni della scomparsa”. Centro
“Le Ciminiere” di Catania, 25 e 26 marzo

giovedì, aprile 13, 2006

NO HAY BANDA on the NET


Ciccini tutti,

sul sito http://www.pedrobiosky.net/ nella sezione FOTO trovate immagini del concerto del 26 marzo di NO HAY BANDA (notare le ascelle intrise di sonico sudore del sottoscritto) e qualche scatto carpito alla sala prove...

Salute e Prosperità

EdoPardo

giovedì, aprile 06, 2006

VOTA CTHULUH! - 2


"Alla vista la sua manifestazione è di un'enorme sacca molliccia, viscida e flaccida, simile alla testa di un polipo ma gigante come una montagna. La pelle è elastica e traspare da essa l'interno osceno del suo corpo. Il colore interno è una sintesi di tutti i colori cadaverici mentre l'odore rappresenta gli olezzi più pestilenziali. La testa è contornata da tentacoli. I tentacoli finiscono con una specie di bocca nel cui interno si trovano tre denti acuminati. Tra i tentacoli si spalancano occhi fissi che osservano il tutto e il niente."

H. P. Lovecraft

mercoledì, aprile 05, 2006

Il Viagra dei Popoli


«Mio padre, dopo aver perso le gambe, trovò Gesù...»«Non mi sembra un granchè come scambio!»(da Match Point di Woody Allen)

Il cinema di fantascienza ha sperimentato sostanzialmente due modi per rappresentare l’Alieno: o come il TOTALMENTE ALTRO, l’Irraffigurabile (Alien di Ridley Scott, La Cosa di John Carpenter) o come l’ESATTAMENTE IDENTICO, l’Indistinguibile da noi (L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, Essi vivono ancora di Carpenter). Forse, ripensare a questa duplice modalità di rappresentazione (e alle conseguenze che ne derivano) può essere di una qualche utilità nel tentativo di capire un po’ più a fondo cosa è veramente in gioco nel rigurgito conflittuale che ancora una volta sembra contrapporre iconoclastia e iconofilia dopo la pubblicazione delle famigerate vignette danesi su Maometto e la virulenta reazione che ne è seguita in tutto il mondo, sia a Oriente che in Occidente. Come la fantascienza cinematografica, anche la storia delle religioni è segnata da un atteggiamento nei confronti del divino che lo fa o TOTALMENTE ALTRO rispetto all’uomo (il Dio invisibile e irrapresentabile di Ebrei e Musulmani) o TOTALMENTE IDENTICO (il divino antropomorfo che va dalle divinità pagane dell’Olimpo ellenico al Dio-Uomo della religione cristiana). In genere si pensa che alla base degli atteggiamenti iconoclasti ci sia la volontà di non voler profanare il divino conferendogli forme materiali. In realtà, le cose non stanno esattamente così: come mostra Slavoj Zizek nel suo recente Credere (Meltemi Editore), la ragione di fondo per cui certi monoteismi mediterranei proibiscono la rappresentazione del Dio non nasce dal timore che l’immagine finisca per umanizzare una pura Entità Spirituale, ma esattamente dall’opposto, cioè dalla paura che l’immagine lo rappresenti troppo fedelmente come il TOTALMENTE IDENTICO, rendendo magari visibile un qualche orripilante segreto che sarebbe meglio lasciare in ombra. Per quanto riguarda l’iconoclastia ebraica, Zizek chiama in causa il parricidio primordiale (l’uccisione di Mosè...), ma più in generale la volontà di relegare il divino nell’ombra del non visibile sembra nasconda la grande truffa di una divinità creata a immagine e somiglianza dell’uomo, per fini terreni, a scopi di dominio e di controllo. Perché qui sta il problema, qui il dramma. Come nella fantascienza, dove la minaccia non viene quasi mai dagli alieni ma da chi sulla terra pensa di usarli ai propri fini, anche nel caso dell’immagine di Dio o degli dei il problema nasce da chi - talebani o calderoli che siano - usa gli dei per il proprio immondo potere di dominio, e fa delle religioni un gigantesco collettore di odio e di morte. Fosse ancora vivo oggi chi nel millennio scorso ebbe a scrivere che le religioni sono l’oppio dei popoli, dovrebbe senz’altro ricredersi: oggi, nel tempo dei Bin Laden e dei Bush, dei Ratzinger e dei Calderoli, le religioni sono diventate il viagra dei popoli. Il mercato è globale: e produce profitti così giganteschi che Hollywood al confronto sembra una piccola fabbrica di sogni per uomini colti e civili che non hanno bisogno, per vivere, di avere qualcuno da odiare.

Gianni Canova (duellanti n.24, marzo 2006)

SPECIALE ELEZIONI - VOTA CTHULUH! (clicca qui)


Perché scegliere il male minore, quando puoi votare il MALE ASSOLUTO?

http://votacthulhu.altervista.org/