Appunti da un sogno praghese - parte 1

Torno a Praga dopo 10 anni esatti.
Dieci anni fa si era in gita di terza liceo, era aprile ma faceva un freddo boia: giaccone spesso così, cappello e sciarpa di lana proteggevano appena dal gelo.
A dieci anni di distanza si va in Cechia per una tediosa conferenza. E’ sempre aprile ma con una giacchettina fine fine si è attanagliati dalla calura. E’ così: il caos finalmente incalza, il clima si ribalta, l’umanità comincia a soccombere, i cinesi mettono a soqquadro il centro di Milano e sfasciano le automobili dei vigili urbani di quella sofisticated bitch della Moratti (urra’!), in Virginia invece c’è la periodica strage di amerikkkani innocenti (?).
Confusion is next/ and next/ after that/ is the truth. Ma procediamo con ordine, per quanto ne sia capace.
Parto con Alitalia alle 17.45 del 16 aprile da Napoli. Spero che mi facciano ingozzare, ma ottengo solo due grisbì® al cioccolato e un bicchierino di Fanta. E un vicino con l'iPod sparato a palla. Io invece il mio iPod non l’accendo, perché a un certo punto del volo dicono che se vuoi adesso puoi accendere il portatile, ma sugli altri apparecchi elettronici non dicono mai gnente. E io quando voglio so essere ligio al dovere. Qualche turbolenza e si atterra a Milano Malpensa.
Resisto alla tentazione di comprare porcherie ipercaloriche e/o riviste per adulti. Mi accontento del deagliano 'diario' e di una cartina di Praga, non so ancora in che modo arriverò dall'areoporto all'albergo. Dicono che i taxisti praghesi sono da evitare, peggio di quelli napoletani. Tendono sempre a mettertelo in der posto e a farti la cresta. E sono pure scortesi, così dicono le guide turistiche.
Si parte per Praga alle 20.25. Accanto a me si siede una semidea vestita di nero, due gambe da sturbo, scarpe bianche col tacco e un mazzo di fiori colorati e veri. Sembra un’incantevole vedova, come la Lei che affiora a più riprese dalle pagine di quel gioiellino di romanzo che è Dellamorte Dellamore e che sto finendo di leggere in volo. E qui si apre un largo inciso. O voi che vi siete limitati a vedere il film di Soavi tratto dal suddetto romanzo o che anche avete letto ‘Orrore Nero’, terzo speciale di Dylan Dog in cui l’indagatore dell’incubo incrocia le sue vicende con quelle del becchino di Buffalora...beh voi di Francesco Dellamorte non avete capito quasi un cazzo. Ne avete un’immagine romantica, ancorché maledetta. Qui abbiamo invece a che fare con un assassino, uno stupratore, nonché depresso autolesionista...e la cosa affascinante è che ci risulta comunque simpatico, cosa che può accadere solo se dietro un siffatto personaggio c’è l’anima (leggi cervello) di un grande scrittore. E Tiziano Sclavi lo è. (Tilde ricordati che devi restituirmi “Tre”,”Mostri”,”La Circolazione del Sangue” e “Gli Orrori di Altroquando”: comincio a stare in ansia.)
Beh ma torniamo in aereo. Ci portano delle parodie di panini al prosciutto. La semidea non mangia nulla e questo mi intristisce, mi getta sempre nello sconforto vedere una donna che rifiuta il cibo. Però prende un bicchiere di vino bianco, e anch’io per emulazione. A stento
Stacco gli occhi dalle sue gambe e dai suoi piedi perfetti. Suo marito (o comunque l’individuo maschio che la sta accompagnando) è seduto dall’altra parte della fila, e non trova di meglio da fare che dormire, anziché venerare eternamente l’angelo che è al suo fianco.
Atterrato a Praga, la capitale mondiale dei cristalli ed europea del porno, scopro che le belle donne vestite di nero con scarpe bianche non sono per niente una rarità. Però con mazzi di fiori belli e colorati non ce ne sono tantissime.
Magicamente e senza intoppi, arrivo con bus + metro nei pressi dell’albergo. La città m’appare invasa da pizzerie e McDonalds: ma che spaccio, ho volato per centinaia di chilometri per ritrovare gli stessi odori y sapori che m’attanagliano in Terronia? Mi sarei (parzialmente) ricreduto il giorno dopo. Arrivato in albergo il vero shock: non c’è frigobar! E io come passo il tempo? Di cosa m’ingozzo? Sono troppo stracco per uscire, e tutti i canali della tv mi parlano in ceco (anzi in czeck), tranne la CNN che manda la versione 2007 della strage di Columbine e fa servizi assurdi sulla comunità coreana (come dire fare un servizio sulla comunità di Novi Ligure dopo la mattanza perpetrata dalla premiata ditta Erika & Omar®) e l’MTV tedesca che mi fa dono (assolutamente non richiesto) di un live di quell’androide che risponde al nome di Avril Lavigne ... e mentre questa frigida bambolina bionda finto arrabiata, riot grl costruita a tavolino dai soliti ricottari delle major discografiche, salta da una parte all’altra del palco con gli occhi morti fissi da nessuna parte, Morfeo m’accoglie tra le sue possenti e nerborute braccia...a stomaco v u o t o...buonanotte e alla prossima puntata...



