giovedì, gennaio 19, 2006
Può accadere se avete la pessima abitudine di mangiare in fretta o masticare poco e male. Se tendete a deglutire frequentemente. O se fumate. Provate a pensare alla quantità d’aria ingerita ad ogni corposa e soddisfatta boccata di fumo. Tutta quest’aria s’accumula nella parte alta del vostro stomaco, e va a formare quella che i medici chiamano bolla gastrica. Può accadere, nei casi di cui sopra, che questa bolla assuma dimensioni spropositate, e che vi procuri parecchi fastidi: da un semplice quanto vago senso di pesantezza, ad una alquanto più fastidiosa sensazione di mancanza di respiro, fino ai più invisibili e insidiosi disturbi al ritmo cardiaco, con tutto quello che comportano. Per non parlare degli squassanti rutti che possono scapparvi nel bel mezzo di una amabile conversazione. O, come nel mio caso, nel bel mezzo di una lezione di matematica, quando finalmente ero riuscito ad attrarre parte dell’attenzione dei ragazzi e a convogliarla sul concetto di limite di una funzione continua. Ero lì a dare la mia bella definizione di intorno di un punto, quando la mia voce comincia a cambiare di tono. Sento l’aria premere per risalire lungo l’esofago. Sono cosciente della mia lotta forsennata e vana contro la corsa in superficie della bolla d’aria e ingenuo continuo a parlare. Infine la frase trova la sua sonora chiosa in un netto rutto, risaltante sullo sfondo del silenzio. Quel silenzio che mi ero conquistato a fatica, e che in un attimo deflagrò in un boato di risate.




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